Chiedeteci tutto, ma non di fare le scale

Non è facile dire chi abbia inventato l’ascensore. Di macchinari per il trasporto in verticale delle persone vi è traccia già nelle cronache dell’antichità classica, mentre, tra gli esempi giunti fino a noi, spiccano quelli ben più recenti delle regge Settecentesche come Versailles, Caserta e Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo.

Per vedere in funzione un ascensore di tipo moderno, però, bisogna aspettare il 1852 quando Elisha Otis brevetta il “safety elevator”. Ascensore che verrà installato a New York nel 1857 all’interno del Haughwout Building, nella zona che oggi chiamiamo SoHo.

Quando pensiamo all’ascensore e alla sua diffusione è normale che ci vengano in mente immagini di città sviluppate in verticale o di Paesi che abbiano avuto una forte crescita urbanistica nel secondo Novecento.

Stupisce, pertanto, apprendere che il Paese con il maggior numero di ascensori pro capite sia la Spagna, seguita dall’Italia, con concentrazioni che sono rispettivamente 6 e 5 volte superiori a quelle degli Stati Uniti. Ciò che sorprende ancor di più è che il margine di distacco tra il duo Spagna-Italia e gli altri Paesi sia talmente ampio che, se si passa dal dato pro capite a quello in valore assoluto, solo la Cina riesce a superare i due paesi mediterranei.

A mente fredda, si capisce che le ragioni di questo primato siano da ricondurre al fatto che Spagna e Italia abbiano un tessuto urbanistico ed architettonico simile, fatto di una manciata di grandi città con prevalenza di palazzi in media di 5 piani e tante realtà di provincia caratterizzate da palazzine un po’ più basse, ma costruite nella seconda metà del ‘900 e quindi nate con l’ascensore. A questo si aggiunge che, rispetto ad altri Paesi, la percentuale di persone che sono proprietarie di casa in Spagna ed Italia è elevatissima (attorno all’80%), mentre altrove il paradigma è quello di pochi grandi proprietari, che possiedono molti immobili, spesso antichi, che li affittano e che non hanno interesse ad investire in un ascensore.

Negli Stati Uniti, invece, la stragrande maggioranza delle persone non vive nei grattacieli di New York, ma nelle villette a due piani costruite in serie, dove nessuno ha mai sentito la necessità di questa amenity.

Attualmente non è stata ancora stilata una classifica del numero di piani coperti da ascensore per Paese, ma non è difficile immaginare che quella prospettiva di osservazione potrebbe sconvolgere le classifiche proiettando al vertice Cina, Giappone, Stati Uniti anche nel dato pro capite (i 6 ascensori di un solo grattacielo di 50 piani totalizzerebbero un punteggio che, per essere eguagliato in Spagna o in Italia, richiederebbe l’impiego di 60 palazzi di 5 piani)(1).

Se diamo, infine, uno sguardo ai produttori di ascensori vediamo che il settore è piuttosto concentrato nelle mani di 5 giganti che detengono il 65% del mercato e tra questi non vi è neanche un’azienda italiana o spagnola, ma una americana, giapponese, una svizzera (con chairman italiano), una finlandese, una tedesca.

 

(1) Nella sola New York ci sono 86 grattacieli che hanno più di 50 piani.

 

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